Dal divano alla strada: tre lezioni per iniziare a correre.

Cominciamo dall'inizio

Qualche tempo fa Stefania, mia moglie, arrivava da un periodo molto difficile per la sua salute, e su invito di alcune amiche si mise a correre. Non aveva mai fatto nessuno sport prima di allora, ma cominciò ad allenarsi con una certa regolarità, tutti i martedì sera, con un gruppo di principianti, seguito da un paio di runner esperti, che a loro volta facevano parte del gruppo sportivo del paese.

Qualche mese dopo, si iscrisse alla sua prima gara, la “Corrinconca”, una gara che si svolge a Thiene, di circa 7,5 km. Non potevo crederci che proprio lei, a cui piaceva passeggiare solo per fare shopping e fondamentalmente pigra, riuscisse a fare così tanti chilometri senza mai fermarsi! Anzi, la cosa mi indispettì a tal punto che mi iscrissi anch’io, senza che mi fossi preparato in nessun modo. Anche se la strada più lunga fatta negli ultimi 10 anni era quella che intercorreva tra la sedia in cucina e il divano in salotto, pensavo “se ce la fa lei, ce la posso fare anch’io!”. Ovviamente, mi sbagliavo.

A casa avevo un paio di vecchie scarpe da ginnastica che avevano visto giorni migliori, anzi erano decisamente “vissute”, ma per fare solo sette chilometri potevano andare. Avevo anche una maglietta fluo che usavo per andare in bici e un paio di pantaloncini che usavo quando 15 anni fa giocavo a calcetto con gli amici. Ero pronto! (Eh sì, mi sbagliavo ancora).

Prima della gara, io sono il primo a dx con la maglietta verde.




Tribolazioni impreviste

Arrivò la sera della corsa. Era agosto, e faceva un caldo tropicale. La corsa partiva dal piazzale davanti al palazzetto dello sport parrocchiale e c’era parecchia gente. L’età dei partecipanti variava dai 20 anni ai 60 e più. Anche la forma fisica era diversa: c’erano persone che sembravano arrivare direttamente da uno stadio olimpico a quelli con una pancia che sembravano aver ingoiato uno stadio olimpico. Io non avevo il minimo dubbio che sarei riuscito sicuramente a stare davanti almeno a questo o quel signore 60enne con una pancia così.

Un po’ di stretching prima della partenza e poi via! Cercai di non strafare all’inizio, ricordando quando da giovane alle campestri dei Giochi della Gioventù partivo a razzo per poi rallentare esausto dopo poche centinaia di metri. Restavo quindi dignitosamente in mezzo al gruppo, ma dopo neanche un chilometro già avevo il fiatone. Il caldo batteva sia direttamente dall'alto sulla testa che di riflesso, col calore che saliva dall’asfalto cucinando i miei poveri piedi pesanti, come se avessi delle pietre alle caviglie. Dopo un paio di chilometri, una signora - mossa a pietà dal veder passare tanta sofferenza - spruzzava d’acqua i concorrenti con una canna da giardino, regalando pochi secondi di sollievo. Il primo giro si chiudeva con il sottoscritto che cercava disperatamente di tenere il passo del gruppo di coda.

Cominciai il secondo e ultimo giro con una spiacevole sensazione: affrontare quel percorso infernale, con i piedi che bollivano e la maglietta che pesava almeno un paio di chili mi dava una tristezza cosmica. Dopo un chilometro e mezzo dall’inizio del secondo giro cominciai ad avvertire un fastidio che partiva dalla caviglia e arrivava al ginocchio. Mi resi conto solo allora che le suole delle scarpe erano secche come un copertone da camion usato.

Poco dopo il tracollo, le gambe non volevano saperne di continuare: dovetti fermarmi a camminare. Avevo corso circa 5 km, forse meno, ed ero distrutto. Mi superarono gli ultimi concorrenti, compresi quei sessantenni con la pancia che deridevo alla partenza. Camminai per un bel po’, finché non intravidi dietro di me il lampeggiante della motocicletta dei vigili urbani che chiudeva la gara. Con un ultimo moto d’orgoglio ripresi a correre, inseguito dal “servizio scopa” accompagnato dai vigili.

Tagliai mestamente il traguardo sollevando le braccia al cielo in segno di liberazione, e restai per qualche minuto a rantolare in disparte, cercando di assumere un contegno dignitoso.
Intanto era arrivata anche mia moglie, ultima donna al traguardo, ma fresca come una rosa. Alle premiazioni la chiamarono sul palco, come ultima donna aveva vinto una maglietta. Premiarono anche l’ultimo uomo, che con mia grande sorpresa non era il sottoscritto, ma Mauro, del servizio scopa. Io ero arrivato penultimo.

Lezione 0: comprati un paio di scarpe buone

Nei giorni dopo la gara andai al negozio del paese specializzato in articoli per la corsa. Mi misurarono il piede, mi fecero correre avanti e indietro per vedere come appoggiavo il piede e alla fine mi consigliarono una buona scarpa adatta alle mie caratteristiche (=principiante, con appoggio neutro).

Caro geek abituato a comprare tutto su Internet: vai anche tu in un negozio specializzato, e lasciati consigliare un buon paio di scarpe da chi se ne intende, almeno la prima volta. Le scarpe costituiscono il 99,99% della dotazione tecnica che serve per correre, ed è importante partire col piede giusto. Una volta comprato il primo paio, avrai capito che tipo di scarpe vanno bene per te, quindi sarai in grado di fare altri acquisti in autonomia, su Internet o al negozio. A proposito degli acquisti su Internet: nei negozi specializzati trovi tantissime occasioni per tutte le tasche, anche più convenienti di quello che puoi trovare su Amazon o altrove, e col vantaggio che puoi provare subito le scarpe.

Lezione 1: vai dal dottore

Dopo il mio disastroso esordio, decisi di tesserarmi per una società sportiva e mi sottoposi alla visita medica, per poter partecipare a qualche gara. Infatti, per partecipare a molte di queste, serve il certificato medico.
Quando si inizia a correre, anche se si evita di fare gare, è buona cosa fare una visita medica di idoneità sportiva, specie se non si pratica sport da anni o addirittura non lo si è mai fatto. Il certificato rilasciato dopo la visita ha validità un anno, e poi si deve rifare la visita. Anche se sicuramente non protegge da tutti i possibili mali - e qualche disavventura capitata anche a professionisti lo conferma - è comunque un buon modo per tenersi sotto controllo. Un po' come fare il tagliando all'auto.

Lezione 2: comincia a correre

Correre senza nessuna preparazione è un suicidio. Io credevo di avere un po’ di resistenza solo perché uso la bici per gli spostamenti con una certa regolarità, ma mi sbagliavo di grosso. Per fare distanze maggiori di 4-5 chilometri serve un minimo di preparazione.
D’altra parte, partire è facilissimo, basta iniziare a correre, intervallando corsa e camminata veloce. All’inizio potrai fare solo poche centinaia di metri prima di fermarti col fiatone. Ma con un po’ di costanza nel giro di un paio di mesi potrai fare anche 10 km senza problemi. Nel giro di 4-5 mesi potrai anche superare il "test del moribondo".

Buona corsa!

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